Design circolare e materiali biodegradabili e sostenibili possono essere la risposta alla crisi ecologica? In un quadro di inquinamento e cambiamenti climatici, tra i fenomeni più complessi che la società sta affrontando, si inserisce l’operato delle aziende, chiamate a ripensare se stesse in modo più sostenibile.
Spesso le imprese vivono questa trasformazione come difficoltosa o non conciliabile con gli obiettivi di business. Tuttavia, scegliere paradigmi basati su circolarità e sostenibilità si rivela essere anche un’importante opportunità economica. Secondo Accenture, un terzo dei consumatori di Gen Y e Gen Z è disposto a spendere di più per acquistare presso aziende con valori concordi ai loro, mentre più del 50% dice di aver cessato la propria relazione economica con un’impresa a causa della delusione derivante dal suo comportamento riguardo temi di sostenibilità.
In questo panorama diventa centrale l’ecodesign: secondo la Commissione europea, l’80% dell’impatto ambientale di un prodotto si determina già in fase di design. Tra le strategie messe in atto dalle aziende c’è l’utilizzo di materiali biodegradabili, poco impattanti ma comunque efficaci e funzionali. Tra le imprese che vi ricorrono ci sono realtà come Adidas, che per il packaging delle sue Adidas Ozlucent ha usato un materiale a base di funghi. Vediamo come il brand ha interpretato la circolarità.
Circolarità e sostenibilità: le opportunità di business per le aziende
Mentre le aziende familiarizzano con design circolare e materiali biodegradabili (a proposito, se ci stai pensando anche tu dà un’occhiata alla nostra proposta), le persone mettono in pratica comportamenti di consumo in cui sono centrali i loro orientamenti valoriali. In altre parole, i consumatori ricercano allineamento tra ciò che per loro è importante e le imprese a cui si rivolgono.
I consumatori sono sempre più consapevoli del fatto che i paradigmi economici e produttivi lineari hanno effetti nocivi sul pianeta, e questa consapevolezza si riflette sulle abitudini di consumo. Come riportato da GfK, due individui su dieci ritengono che siano le persone a poter fare la differenza più significativa nel ridurre l’impatto del genere umano sulla natura, laddove per quattro su dieci questo ruolo spetta invece ai produttori.
In una ricerca di McKinsey, inoltre, si dice che per circa il 40% dei consumatori europei la sostenibilità è molto importante. Questa considerazione si rafforza prendendo in considerazione le fasce più giovani della popolazione, concretamente impegnate nella salvaguardia dell’ambiente.
Secondo Accenture, invece, le aziende impegnate nella sostenibilità hanno maggiore appeal per il 53% dei consumatori di età compresa tra i diciotto e i trentanove anni (contro il 46% della fascia con età superiore ai quarant’anni).
Lontane dall’essere tendenze del momento, circolarità e sostenibilità sono richieste dei consumatori nel mercato attuale ed opportunità di business di valore per le aziende.
Adottando soluzioni in linea con l’ecodesign, le imprese possono diventare punti di riferimento nella necessaria trasformazione verso l’economia circolare. E, inoltre, ottenere importanti ritorni economici e di immagine, cogliendo le possibilità derivanti da un orientamento alla sostenibilità concreto.
Cos’è il design circolare e quali benefici apporta alle aziende
Il concetto di design circolare riguarda la progettazione di prodotti e servizi in linea con le prerogative dell’economia circolare. Sostenibilità e salvaguardia dell’ambiente sono al centro di qualsiasi attività di creazione di beni, senza far passare in secondo piano esperienza dell’utente, piacevolezza e fattibilità economica.
Spesso, quando si compiono scelte di design, non si considera l’impatto a lungo termine di un prodotto o un servizio sull’ambiente. Il design circolare, invece, permette di realizzare beni il cui intero ciclo di vita, dall’ideazione al fine vita, non crei danni ambientali. Ad esempio, si adottano strategie come l’utilizzo di materiali biodegradabili o la costruzione di oggetti agevolmente riciclabili, riutilizzabili, aggiustabili.
Evolvere secondo schemi basati sull’economia circolare consente alle imprese di ottenere importanti vantaggi per il proprio sviluppo:
- produrre ed agire in modo poco impattante sull’ambiente, dando prova della propria consapevolezza su sostenibilità e rischio ambientale;
- diminuire spese e aumentare le proprie vendite attraverso nuove tipologie di prodotti, espandendosi in altri mercati e conquistando nuovi acquirenti;
- favorire il cambiamento verso la circolarità, conquistando la connotazione di realtà innovativa e competitiva;
- migliorare la propria immagine agli occhi di clienti, personale ed investitori, agevolando la loro fidelizzazione;
- essere aggiornati riguardo legislazioni governative e nuovi standard su sostenibilità e salvaguardia dell’ambiente.
Adidas e la transizione al design circolare: i packaging del futuro a base di funghi
Il caso delle Adidas Ozlucent è esemplificativo rispetto a quanto detto sinora e si inserisce nel generale impegno della multinazionale ad integrare la circolarità al suo interno. Tra i suoi obiettivi di sostenibilità, il brand identifica:
- il raggiungimento della neutralità climatica in tutta la sua catena del valore entro il 2050
- l’aspirazione che il 90% dei propri prodotti sia sostenibile entro il 2025.
Nelle parole della stessa multinazionale, tale transizione avviene attraverso l’innovazione sostenibile e il sempre più consistente ricorso a materiali sostenibili. Ciò continuando a fornire prodotti che abbiano come obiettivo cardine il supporto alle performance atletiche dei propri consumatori.
L’innovazione di Adidas in chiave di ecodesign riguarda non solo nuovi prodotti, ma anche quelli già esistenti ed iconici per il brand. Ad esempio, la versione sostenibile delle scarpe Stan Smith, identiche nella forma ma con tomaia in Primegreen e con una percentuale di materiali riciclati e vendute nella classica box blu attualmente fatta al 90% di carta riciclata.
Veniamo ora alle Adidas Ozlucent. Realizzate in collaborazione con il designer Mr. Bailey, le Adidas Ozlucent sono calzature ispirate alla natura e, in particolare, alle meduse della luna (Aurelia Aurita). A destare interesse è il packaging del prodotto, creato insieme a Black Ink Projects: è una scatola fatta di un materiale biodegradabile a base di funghi, che si può decomporre in circa quarantacinque giorni o, se inalterato, può resistere fino a trent’anni.
Anche Adidas sfrutta dunque l’utilizzo di materiali biodegradabili tra le principali strategie per raggiungere i propri obiettivi di sostenibilità. Improntare la propria offerta a schemi di design circolare risulta infatti una riduzione del proprio impatto ambientale. In questo modo le imprese riescono a rimanere competitive e presentarsi come realtà innovative e apprezzate dai consumatori per il loro impegno nei confronti dell’ambiente.
In sintesi: il design circolare come motore di sostenibilità per aziende e consumatori
I consumatori di oggi cercano aziende e brand in grado di rispecchiare ciò che per loro è importante. Se la sostenibilità è ormai parte di stili di vita attenti alla salvaguardia del nostro ecosistema, le imprese devono individuare e capire queste esigenze.
Ecco come entrano in gioco ecodesign, materiali biodegradabili e design circolare, in grado di favorire il cambiamento in chiave sostenibile delle imprese. Ripensare la propria offerta è parte della trasformazione verso la circolarità. L’impegno di Adidas verso l’ecosostenibilità e il caso delle Adidas Ozlucent sono esemplificativi in questo senso.
Per le imprese, tutto ciò significa migliorare la propria condotta in termini di impatto ambientale e sfruttare le opportunità di business derivanti dal proprio sviluppo circolare.
La transizione circolare delle aziende più innovative può svolgere un ruolo di primo piano nella lotta al cambiamento climatico. Così facendo, le imprese diventano portavoce di consumatori sempre più coinvolti e protagonisti in questo processo di difesa dell’ambiente dai ritmi produttivi ed economici diventati insostenibili.
Per approfondire
I materiali biodegradabili nel design circolare
Ideare prodotti e servizi secondo i canoni del design circolare e dell’ecodesign vuol dire (anche) usare materiali biodegradabili e riutilizzabili. In ambito del design, normalmente la scelta dei materiali si incentra su fattori tecnici, economici e/o basati sull’attesa della durata di un prodotto e su standard che deve rispettare.
Nei paradigmi produttivi basati sull’economia circolare, si prendono queste decisioni tenendo in considerazione anche fattori quali minimizzazione dell’impatto sull’ambiente, sostenibilità di tutti i processi e riciclabilità.
Nel 2016 viene introdotto il concetto di “materiali circolari”, cioè specifici dell’economia circolare, che provengono non da risorse limitate in natura, ma sono piuttosto biodegradabili, riciclabili, riutilizzabili.
Coerentemente all’obiettivo principale del design circolare, l’introduzione di materiali biodegradabili nei progetti di design mira a ridurre impatto ambientale ed esaurimento di risorse naturali e a limitare ogni fonte di inquinamento e spreco. Ciò senza rinunciare alla funzionalità e alla piacevolezza degli oggetti realizzati.
Da Bananatex, tessuto fatto esclusivamente di fibre di banani, alla bioplastica creata a partire dall’agar, sostanza presente nelle alghe rosse, sono oggi tanti e diversi gli esempi di aziende che stanno vertendo la propria produzione improntandola su schemi di design circolare e realizzando oggetti con materiali biodegradabili. Vuoi qualche esempio? Dà un’occhiata al nostro portfolio.