Nel mese di gennaio, siamo stati impegnati in decine di interviste per selezionare un nuovo collaboratore da accogliere nel team di HENRY & CO.. Una maratona di mini colloqui di approfondimento e confronto non solo per investire sui talenti, ma anche per verificare la percezione del concetto valoriale di sostenibilità, la stella polare del viaggio di HENRY & CO. nel mondo del Circular Design Thinking.
Creatività sostenibile, è il nostro mandato. Ma sono – ero! – convinta che il concetto di sostenibilità nelle sue molteplici declinazioni, fosse ormai entrato tra le priorità di ogni progetto, azione, produzione e servizio.
Il futuro è nella sostenibilità, non può più essere considerato solo un’opzione, ma una rigorosa indicazione.
Abbiamo sorprendentemente ricevuto tante reazioni e risposte, alcune coerenti con la nostra mission, altre dissonanti.
Cosa ne pensi della sostenibilità?
“Io ho due figli, e non ho tempo di occuparmi di queste cose”;
oppure
“Vivo in campagna e sono circondata dalla natura, e questo mi basta”;
alcune risposte mi hanno lasciata… confusa.
Mi sono dunque chiesta: quanto la cultura della sostenibilità è oggi percepita come valore?
Quanto conta questo valore nel mondo del lavoro e nella costruzione delle professionalità future?
Partendo dal presupposto che il valore fondante di HENRY & CO. non debba anche esser necessariamente la priorità di ogni studio o realtà aziendale, mi sono allora chiesta quale spazio venga lasciato alla scala dei valori personali all’interno di un qualsiasi colloquio di lavoro.
E quali i valori più ricercati dalle aziende in cerca di collaboratori.
Mi sono così rivolta a Mentor&Faber, uno studio con sedi a Milano e Verona, come le due identità di HENRY & CO., specializzato in head hunting di middle management ed executive e nella consulenza aziendale organizzativa, manageriale e commerciale. Una realtà che si pone come guida (mentor) o un compagno di viaggio (faber) nel mondo del lavoro.
Dialoghi sui valori nel mondo del lavoro, HENRY & CO. interroga Mentor&Faber
Henry & CO.: “Sappiamo bene essere infinitamente complesso il mondo del lavoro. Risorse e competenze, declinate per un’infinità di ruoli, da quelli più tradizionali a quelli più recenti, definiscono un puzzle della natura umana estremamente variegato. Ma è possibile individuare alcune caratteristiche comuni, prettamente valoriali, che vengono regolarmente indagate e ricercate e che costituiscono una base di interesse condiviso per ogni tipo di ricerca?”
“Da consulenti e da head hunter dobbiamo ricercare e indagare i valori di una persona in relazione a quelli aziendali. – ci racconta Michele Manara co-founder di Mentor&Faber – Alla base di tutto ricerchiamo i valori umani di onestà ed integrità che costituiscono le fondamenta per ogni ruolo. Non è semplice riuscire ad indagare questi aspetti e i valori in generale. Solitamente per riuscirci occorre entrare nello specifico, cogliere il motivo di alcune scelte, di alcuni passaggi di carriera, di come viene spiegato un business. Possono essere molto utili anche informazioni trasversali come le passioni, gli hobby e le attività extra professionali in generale.
La grande capacità di un recruiter è quella di cercare esempi, conferme o smentite rispetto al dichiarato di un candidato e far emergere i valori di una persona partendo dall’osservazione dei suoi comportamenti oltre che dal confronto e dal dialogo. Non è facile, ma i recruiter bravi lo sanno fare.”
Volendo mantenere l’attenzione sul tema della Sostenibilità, come valore etico globale, sappiamo che l’attuazione dell’Agenda 2030 richiede un forte coinvolgimento di tutte le componenti della società, dalle imprese private al settore pubblico, dalla società civile agli operatori dell’informazione e cultura.
La sostenibilità non è una questione solamente ambientale e assistiamo al diffondersi di una coscienza comune riguardo la necessità di adottare un approccio integrato di misure concrete per innescare un importante cambio di paradigma socio-economico per affrontare le complesse sfide attuali.
Una solida base comune da cui partire per dare a tutti la possibilità di vivere in un mondo sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale, economico.
Henry & CO.: “Quanto oggi la dimestichezza con i concetti di impatto ambientale, economia circolare, inquinamento, emissioni e sostenibilità sociale entra a fare parte nelle argomentazioni degli head hunter indipendentemente dal settore operativo dell’azienda che recluta e dal ruolo, oggetto della ricerca?”
Michele Manara: “Le aziende che si riconoscono nei valori della sostenibilità sono sempre di più, ma non tutte li vivono al punto da ricercare questa sensibilità nei candidati. Inoltre molte imprese si immedesimano più nei valori legati alla sostenibilità sociale che quella ambientale in senso stretto.
Sono sempre di più infatti i manager e gli imprenditori che danno grande importanza all’impatto sul territorio del loro lavoro e del loro operato. Ancora molta strada deve essere fatta, ma il germe c’è, bisogna coltivarlo e farlo fiorire.
Insomma, dal nostro osservatorio possiamo testimoniare che l’ecosostenibilità sia ancora appannaggio delle aziende che hanno fondato il proprio business sulla green economy e che serva ancora molto lavoro affinché diventi un vero modello di riferimento trasversale e di conseguenza anche un criterio di selezione che ci viene richiesto esplicitamente di valutare”
Henry & CO.: “Potete stimare una apprezzabile crescita dei green jobs, con conseguente attenzione a ruoli e posizioni strettamente legati a gestione di efficienza energetica, green management, valutazioni di impatto ambientale, sociale e sanitario?”
Michele Manara: “Non è una crescita così significativa, soprattutto nelle PMI con cui tipicamente lavoriamo: le ricerche che ci vengono affidate sono lo specchio dell’approccio che le aziende hanno verso il tema green e, nei fatti, quelle che indirizzano la propria ricerca verso figure professionali specializzate in queste tematiche lo fanno in funzione del business in cui operano (sono tipicamente studi di progettazione/consulenza, aziende chimiche, aziende del settore dei rifiuti, delle energie rinnovabili ecc…).
Quello che osserviamo è come sia più facile riscontrare questa sensibilità all’interno di grandi aziende manifatturiere che cercano professionisti in grado di ridurre l’impatto ambientale attraverso strategie produttive che limitino il consumo di materie prime o processi di economia circolare.”